Egr. On. Presidente,
Le scrivo per manifestarle tutto il mio appoggio alla proposta che vedrebbe portata l’aliquota IVA, applicata ai servizi televisivi a pagamento via satellite, dal 10% al 20%.

Come tutti gli aumenti di imposizione, che hanno diretto effetto sui consumi, questa misura risulterà sicuramente impopolare, ma non posso fare a meno di considerare alcuni aspetti che la rendono opportuna se non addirittura dovuta.

Il primo aspetto è da riferirsi alla presenza di un’aliquota agevolata al 10% su detti servizi. Perchè ? Forse che l’abbonamento a SKY costituisce bene di prima necessità come il pane ? Non lo credo proprio.
E’ tempo quindi che il consumatore abbia percezione di cosa è veramente necessario e cosa non lo è, interrompendo quella continua catena di lagnanze che non gli fa accettare una situazione economica e sociale profondamente cambiata nella quale non più tutto è possibile.
La quasi totalità degli acquisti di consumo è soggetto ad una aliquota del 20%. Ben venga che questa venga applicata anche ad un servizio che può definirsi solo voluttuario. Di certo un aumento del costo finale per l’utenza non potrà essere considerato lesivo dei diritti del cittadino ad una informazione pluralista.

Passando a considerare poi l’impatto che questa misura potrà avere sull’azienda SKY davvero faccio fatica a pensare, o immaginare, che questo potrà essere catastrofico per le sorti dell’iniziativa Murdock in  Italia. I motivi di questo pensiero sono presto detti. Innanzitutto, come detto sopra, sono convinto del fatto che chi oggi può permettersi un abbonamento SKY (io sono tra questi) non verrà certo turbato da un aumento del costo dell’abbonamento nell’ordine di 40~50 Euro all’anno. Personalmente, ma questo esula dall’analisi che vi sto proponendo, ritengo invece uno scandalo che l’abbonamento a SKY abbia un costo così elevato in funzione dell’aumentato (a dismisura) volume pubblicitario che si sopporta sui canali SKY. Questo eventualmente potrebbe essere motivo di recesso dal contratto, non già l’aumento dell’aliquota IVA.
Un banale calcolo matematico di scorporo dell’IVA, poi, rivela che se l’azienda SKY volesse mantenere invariato il prezzo finale pagato dai propri abbonati dovrebbe ridurre il costo dell’abbonamento solo del 8,33%. Questo mi porta a due conclusioni. La prima riguarda un comportamento “responsabile” che dovrebbe tenere l’azienda nei confronti della propria clientela e del paese Italia proponendo una leggera riduzione dei propri prezzi (la crisi dei consumi in corso sta portando ad una riduzione dei prezzi generalizzata mentre SKY, di fatto monopolista nel proprio ambito, al contrario li aumenta) evitando quindi di scaricare in toto sui consumatori l’effetto dell’aumentata imposizione IVA.
La seconda considerazione deriva dagli annunci della prima ora proprio dell’azienda “colpita” la quale, con grande enfasi di marketing, avrebbe  proposto di farsi carico dell’imminente aumento. Sono sufficientemente cresciuto per comprendere che nessuno regala nulla per nulla: se l’azienda può permettersi di sostenere l’onere di una riduzione del 8.33% nelle proprie formule di abbonamento certamente allora gode di marginalità ben superiori che, per quanto mi riguarda, sono assolutamente ingiustificate dalle condizioni contingenti di mercato ed ottenute grazie alla totale assenza di offerta concorrente.
Senza contare, ed i dirigenti dell’azienda ben lo sanno, dell’enorme beneficio di marketing che questa iniziativa potrebbe apportare.

Concludo ricordando che SKY ha goduto di una imposizione IVA c.d. “agevolata” in funzione di premesse iniziali non completamente rispettate (vedasi anche decoder unico). Ritengo, dato il successo della televisione via satellite, che tale “agevolazione” non abbia più ragione di essere e anzi sia meritorio che eventuali benefici possano essere trasferiti ad altri settori ben più in difficoltà, se non in crisi piena. Non dimentico poi che la stessa azienda di Murdock ha goduto (o forse gode ancora ?) di importanti benefici legati alla produzione ed invio della propria rivista, considerata, davvero non mi capacito del come, “prodotto editoriale” quando in realtà altro non è che il catalogo programmi.

Di questo, credo, dovrebbe occuparsi l’Opposizione di Governo cercando di apportare migliorie e nuove proposte invece di blaterare invano su conflitti di interessi, che, seppure presenti, non sono l’argomento sui cui far convergere le iniziative politiche che dovrebbero alleviare le sorti di un paese, il nostro, così in difficoltà.

Concludo ringraziando per il tempo accordatomi e mi permetto augurarLe ogni miglior prosieguo della Sua attività.