Nella mia carriera ho testato diverse soluzioni server per cercare, almeno, di ridurre sensibilmente il numero di email non richieste che quotidianamente intasano le nostre caselle email e quelle dei nostri clienti. E devo dire che tra tutte, molte delle quali a pagamento – anche molto care -, nessuna arriva alla efficacia ed alla flessibilità offerta da ASSP (Anti Spam SMTP Proxy) : una soluzione completamente open, gratuita, multipiattaforma e dalle non eccessive richieste di risorse. Il “core” dell’intera applicazione è un unico file Perl (1Mb in totale) che sfrutta diversi moduli standard dei repository Perl.

Non si tratta certamente, come nella più pura filosofia FOSS, di una applicazione Setup->Config->Run: per essere implementata a dovere richiede una discreta conoscenza di base, la capacità di sapersi barcamenare tra versioni di Perl diverse (o ActivePerl per chi ha intenzione di utilizzarlo su un server Windows), una buona conoscenza delle regole RFC per il protocollo SMTP (molte impostazioni fanno esplicito riferimento a regole RFC per la loro comprensione), una buona dimestichezza con le Regular Expressions e, infine una forte pianificazione di come gestire il flusso delle email in ingresso ed in uscita.

A parte tutto questo (che non è poco – la conoscenza di per se è un valore conquistato al costo di tante ore di studio e di prove), questo software apparentemente modesto racchiude gli strumenti di controllo contro lo SPAM più sofisticati e completi che abbia mai visto: tra tutti il classico filtro bayesiano è proprio l’ultima ruota del carro. Ed è giusto che sia così. Classificare lo SPAM in base al contenuto dei messaggi è molto poco efficiente: prima di tutto perchè il messaggio (o meglio dire le migliaia di messaggi) sono comunque stati ricevuti (al costo della vostra banda) ed in secondo luogo perchè l’efficacia dei filtri basati su parole chiave è sempre più spesso messa in crisi dalle tecniche degli spammatori che inseriscono volutamente nei loro messaggi combinazioni di parole che, a puro titolo di esempio, nulla hanno a che vedere con il Viagra, ma hanno il preciso intento di far diminuire lo score del messaggio per farlo apparire legittimo.

Ecco allora che con ASSP potrete facilmente rafforzare la vostra barriera di controllo ampliando lo spettro dei test più verso il mittente che verso il contenuto del messaggio. Controlli sulla presenza dell’IP mittente nelle più utilizzate blacklist, verifica dell'”insistenza” con cui un determinato IP cerca di connettersi, ban degli IP che tentano di consegnare posta a troppi indirizzi inesistenti, verifica delle forme corrette negli HELO, controllo sulla corretta sequenza degli header, degli ID di messaggio, verifiche dei record MX/A nei domini mittenti ecc. Il tutto sintetizzato in uno schema di punteggi a soglia, superata la quale, le connessioni da determinate sorgenti di SPAM vengono subito bloccate prima ancora di ricevere i primi dati. Ovviamente è sempre possibile integrare i controlli con whitelist ad apprendimento automatico e, infine, effettuare controlli bayesiani sul “corpus”.

Con impostazioni discretamente aggressive, su un server dedicato a questo scopo, dei circa 95mila tentativi di consegna di posta al giorno, ne blocchiamo sul nascere oltre il 94%. I benefici in termini di banda risparmiata sono notevoli: non solo limitiamo i consumi in ingresso, ma riduciamo anche quelli in uscita in quanto i clienti che scaricano la posta in POP si trovano un numero molto minore di dati da scaricare.

Ci si accorge presto tuttavia che non sono tutte rose e fiori : purtroppo anche moltissime email legittime non riescono a superare i ferrei controlli che il rispetto delle regole RFC imporrebbero. Improvvisati sistemisti configurano server di posta interni per piccole lan locali dimenticandosi di configurare in modo opportuno i DNS, di richiedere l’iscrizione di un corretto PTR, oppure abusano delle loro connessioni per mandare in giro newsletter, o lasciano i relay aperti (cosa che immediatamente li fa entrare nelle blacklist tipo spamhaus), o, ancora, utilizzano word come editor html dei messaggi per il loro Outlook (il che genera un tale casino nel testo del messaggio che è impossibile classificarlo come legittimo per parole chiave). E mille altri casi.

Alto quindi il rischio di perdere email importanti, inviate da emeriti ignoranti: anche qui, tuttavia, ASSP aiuta nella eliminazione di questo pericolo. L’iscrizione di determinati indirizzi (o interi domini) negli elenchi degli SPAMLOVERS permette di far comunque arrivare (opzionalmente taggati) tutti i messaggi a loro destinati, o, in alternativa, è possibile far generare ad ASSP un rapporto dettagliato delle email bloccate in modo che il proprietario della casella “protetta” possa richiedere l’iscrizione in white-list dei corrispondenti che gli interessano. In alcuni casi è anche possibile chiedere che venga forzato il recapito del messaggio bloccato.

Insomma, davvero un coltellino svizzero, che permette un fine-tuning delle vostre esigenze antispam a livello di server di posta.

L’ultima release stabile è la 1.5.1 ma da quello che vedo sul loro sito è in cantiere una beta della 2.0 che promette nuove caratteristiche tra cui il multithreading.

ASSP Rocks.