Ho avuto modo di visionare il video di presentazione di Wave, il nuovo sistema di messaggistica che verrà lanciato, secondo le previsioni di BigG, entro la fine del 2009. Chi fosse interessato alla visione può sedersi comodo, prendersi una bibita fresca e cliccare qui : YouTubeGoogle Wave Developer Preview at Google I/O 2009.

Indubbiamente c’è di che rimanere impressionati per lo sforzo notevole profuso dagli sviluppatori nel cercare di dare nuova vita ai sistemi di messaggistica “tradizionalmente” offerti dal Web. Lo slogan che più spesso ricorre è quello secondo il quale Wave sarà in grado di rivoluzionare la cara vecchia email (Come sarebbe la posta elettronica se fosse stata inventata oggi ?). In realtà di “rivoluzionario” c’è poco trattandosi più di una evoluzione/integrazione della normale messaggistica asincrona (email) mixata con le più moderne tecniche di instant messaging. Quindi non spaventatevi : la nostra email classica continuerà a vivere ancora per un bel pezzo.

Ma di cosa si tratta ? Wave, più che un’applicazione, è un nuovo framework di messaggistica integrata che permette la condivisione istantanea dei messaggi da e verso sorgenti/origini di tipo diverso. Il vero core è il set di funzioni API che Google rilascerà agli sviluppatori per integrare le loro applicazioni. La preview, concepita, sviluppata e presentata dagli stessi sviluppatori che hanno, sempre per Google, creato Maps, è interamente imperniata sulla interazione che tre postazioni diverse (ovviamente per motivi di semplificazione, ma bisogna immaginare che le postazioni/utenti potrebbero essere centinaia per volta) possono sperimentare nella comunicazione. Accade dunque che il normale messaggio email venga non più concepito come oggetto autonomo, ma viva all’interno di un’oggetto padre (la conversazione) al quale possono partecipare, in tempo reale, attori diversi come ad esempio, persone reali, blog, feed rss, applicazioni di social networking e via di questo passo. La digitazione del messaggio viene trasmessa (salvo i casi in cui l’autore espressamente vieta questo comportamento) carattere per carattere a tutti i partecipanti, come pure l’inserimento di documenti allegati che vengono istantaneamente condivisi. Molto efficace davvero la funzionalità di replay che permette di rivedere, come in un film riprodotto dall’inizio, l’evoluzione della conversazione che ha portato al risultato finale.

Tutto molto interessante e, almeno nelle attese, molto efficace. Non vi è modo, infatti, di dubitare che anche questa volta la cura che BigG ha messo nello sviluppo di un ottimo prodotto sia molto elevata. Da vedere invece quale possa essere il successo che incontrerà questa nuova tecnologia. Non sempre infatti Google ha centrato i propri obiettivi e, particolarmente in questo caso, mi permetto di sollevare alcune perplessità che potrebbero ostacolarne la diffusione.

Non ho gli strumenti in questo momento per sollevare eccezioni tecniche su Wave: il codice non è ancora stato distribuito. A occhio, e a intuito, direi che i requisiti di banda emergenti da un sistema di comunicazione istantanea così sofisticato saranno notevoli, specialmente in quelle situazioni dove il sistema dovrà essere utilizzato per il document sharing ed il content management.

Nel merito delle caratteristiche invece penso che si debbano necessariamente fare alcune riflessioni.

La prima riguarda la “qualità” dell’informazione trasmessa. Con il tradizionale canale email, l’autore di un messaggio ha tutto il tempo, ed in genere se lo prende, per approntare un testo (corredato di eventuale documentazione allegata) il più rispondente possibile al proprio pensiero, che possa essere chiaramente e correttamente compreso, senza errori formali, senza errori di grammatica e di sintassi. Insomma, proprio come quando si scrive una lettera. Al contrario l’IM (Instant Messaging) ci ha mostrato come l’immediatezza della trasmissione abbia sacrificato molto le forme ed i contenuti: abbreviazioni assurde, punteggiatura inesistente, smilies ed emoticon ecc. Il tutto condito dalla totale assenza di un tempo ragionevole per la comprensione e la “sedimentazione” dei messaggi ricevuti. Non è un caso che le guerre verbali più violente scaturiscano spesso da incomprensioni e/o cattive interpretazioni dei toni e dei modi espressi dall’interlocutore. Con la normale email questo succede con minor frequenza proprio per il fatto che la comunicazione asincrona non consente un rapido botta-risposta.

Si consideri poi che la digitazione e l’immediata echo dei caratteri che sto battendo sullo schermo dei miei interlocutori mi obbliga a “lavorare di fretta”. Non credo di essere l’unico che rilegge un messaggio email prima di inviarlo. Vorrei evitare di mettere “in chiaro subito i miei pensieri” o la semplice bozza di un messaggio: spesso rimuovo porzioni che ritengo meglio non inserire ad una lettura più approfondita (magari l’argomento è prematuro) ma ovviamente questo sarebbe inutile se chi mi legge dall’altra parte ha già visto tutto.

Un’altra considerazione da non sottovalutare è la congestione della conversazione: l’aggiunta di partecipanti al thread è cosa veramente facile come pure la loro “interazione attiva” con il contenuto in via di sviluppo. Arrivare a capire, superati certi limiti, come si sia formato un documento o un progetto diventa un problema in assenza di chiare gerarchie.

Da ultimo … la privacy. Tramite opportune API è possibile inserire, a puro titolo di esempio, il proprio Blog all’interno di una conversazione Wave. In questo modo, quello che scrivono, magari in via riservata, dei miei interlocutori, verrebbe spiattellato in pubblico su un blog senza specifica approvazione degli interessati.

Insomma … una chat evoluta che, a mio personalissimo modo di vedere, non ha contribuito a correggere nessuna delle lacune della classica email (ad esempio certezza del mittente) ma ha voluto premere sull’acceleratore dell’immediatezza, dell’istantaneità.

Vedremo quale sarà il successo.