Ieri, Martedì 1 Novembre 2011, con un giorno di anticipo sulla prevista data di calendario, abbiamo commemorato i defunti: per meglio dire abbiamo, nostro malgrado, dovuto comprendere (per chi non lo avesse già fatto) che l’Italia è defunta. Il crollo degli indici di borsa, ma soprattutto l’enorme spread raggiunto tra i nostri titoli di stato e i Bund tedeschi (oltre 400 punti base) che sta ad indicare quanto faccia schifo, quanto sia incomprabile, il nostro debito pubblico, sono indicatori ineludibili di uno stato di cose non più sostenibile. E il governo cosa fa ? Aumenta le accise sulla benzina per trovare i fondi necessari alla ricostruzione delle terre alluvionate della Liguria (1 centesimo al litro). Sappiamo già che si tratterà, con una probabilità del 99%, di una misura tutt’altro che temporanea.

Viviamo sul suolo di un paese morto e sepolto, incapace di reagire ai violenti stravolgimenti che l’economia mondiale impone, incapace di cambiare la propria mentalità, testardamente attaccato ad una stupida volontà di non cambiare nulla nella speranza che prima o poi qualcosa migliori, come per magia, e ci possa dare l’illusoria speranza che si possa tornare ai fasti di un tempo. E la nostra classe politica, tutta, da destra a sinistra, concentrata solo su se stessa, alla spasmodica ricerca della minima possibile perdita di consenso, impegnata a litigare con se stessa, completamente indifferente ad una nazione che continua a spendere i soldi che non ha.

Rest in peace … Italia.