Anlan

Disorganizzata cronologia di esperienze IT (e non …)
Options:

Windows Vista : completamento automatico nomi e percorsi nel prompt

Una delle caratteristiche più comode che ho imparato ad apprezzare nel prompt di comando Linux (console) è la caratteristica di completamento automatico dei nomi delle cartelle e/o dei file quando si preme il tasto Tab. Caratteristica molto utile anche in funzione del fatto che per impostazione predefinita il filesystem di Linux fa differenza tra maiuscole e minuscole pertanto potete avere due file o due directory con lo stesso nome ma scritto con maiuscole/minuscole diverse.

Questa caratteristica era presente, per Windows, già da XP ma per motivi che non so individuare, dopo l’installazione di SP2 sul mio Vista, questa caratteristica ha smesso di funzionare (premendo Tab il cursore si spostava ma non veniva completato il nome che avevo iniziato a digitare).

Un po’ di ricerca ed ecco come riattivarlo.

  1. Aprite, con privilegi di amministratore, l’applicazione Regedit
  2. Cercate la chiave HKEY_LOCAL_MACHINE\Software\Microsoft\Command Processor
  3. Nel pannello di destra fate doppio click sul valore DWORD CompletionChar ed inserite il valore 9.  Salvate con Ok.
  4. Nel pannello di destra fate doppio click sul valore DWORD PathCompletionChar ed inserite il valore 9.  Salvate con Ok.
  5. Cercate la chiave HKEY_CURRENT_USER\Software\Microsoft\Command Processor
  6. Ripetete il punto 3
  7. Ripetete il punto 4
  8. Chiudete Regedit

Aprite ora un prompt dei comandi e provate a premere Tab dopo aver scritto la parte iniziale di un nome file o di un nome directory. Il nome verrà completato automaticamente e, se contiene degli spazi, verrà racchiuso tra doppi apici.

Alcune note. L’impostazione registrata nella chiave HKEY_CURRENT_USER (punto 5) è prevalente rispetto a quella registrata in HKEY_LOCAL_MACHINE (punto 2). Pertanto potete definire un’impostazione standard che verrà applicata ai nuovi utenti che si iscrivono ad utilizzare il computer e poi personalizzarla a livello di profilo utente. Noterete anche che le chiavi di controllo sono due: CompletionChar che serve ad attivare il completamento automatico per i nomi dei file e PathCompletionChar che serve ad attivare il completamento automatico dei nomi delle directory. Pertanto, a differenza di quanto riportato in questo esempio (dove alla pressione di Tab viene completato indifferentemente il nome di un file o di una cartella), è possibile impostare una combinazione specifica solo per i file o solo per le cartelle.

I valori da inserire (in CompletionChar e/o in PathCompletionChar) sono esadecimali e possono essere :

  1. 0 (zero) che significa Autocompletamento disabilitato
  2. da 1 a 1F che significa che l’Autocompletamento viene eseguito alla pressione del corrispondente tasto abbinato al codice ASCII. Ovviamente non tutti i codici ASCII hanno un tasto associato. Per capire quali siano i codici ASCII da 1 a 1F potete consultare questa tabella. In questo intervallo potrete per esempio inserire il valore 9 (che corrisponde al tasto Tab come indicato in questo esempio), il valore 8 che corrisponde al tasto Backspace (ovviamente non avrebbe senso altrimenti come fate a cancellare i caratteri ?) , il valore D che corrisponde all’enter (anche questo non ha senso altrimenti non potete inviare il comando) … ecc.
  3. il valore 20 che corrisponde al tasto Barra Spazio ma che ha l’effetto di disabilitare il completamento automatico.
  4. il valore 40 che corrisponde al . (punto)

L’impostazione di autocompletamento viene letta dal registro di sistema ogni qualvolta si accede al prompt di comando tramite cmd. E’ comunque possibile personalizzare l’accesso a cmd aggiungendo uno switch che abiliti o disabiliti il completamento automatico. In particolare :

  • cmd /F:ON attiva il completamento automatico per la sessione corrente
  • cmd /F:OFF disattiva il completamento automatico per la sessione corrente
  • Commenti disabilitati su Windows Vista : completamento automatico nomi e percorsi nel prompt
 


Come già detto in questo mio articolo, il vero problema legato all’individuazione di una alternativa a Ms Exchange passa anche e soprattutto dalla risoluzione di un problema tutt’altro che secondario: che Outlook continui a funzionare come prima ovvero come quando era connesso ad Exchange.

Nel nostro ambito abbiamo scelto Scalix per sostuire Microsoft Exchange Server. La versione 11.4.4 di Scalix (la più recente alla data di pubblicazione di questo articolo) ed il connettore per Outlook (Scalix Connect) funzionano egregiamente. Tra l’altro ci siamo anche tradotti il connettore in italiano utilizzando l’utilissimo kit di localizzazione.

Il problema è che abbiamo anche dei BlackBerry (9000 Bold) il cui software a corredo (BlackBerry Desktop Manager 4.6) non và d’accordo con i profili di posta Outlook basati su Scalix: infatti Scalix Connect è compatibile con BBDM solo fino alla versione 4.2 seppure facendovi sostituire un file di mapping dei campi Outlook. Per le versioni successive non c’è compatibilità lato client.

Gira e rigira ecco che il buon open-source ti viene incontro e non solo ci ha risolto il problema: ha anche esteso le nostre possibilità di sincronizzazione al di fuori dei limiti classici imposti dalle applicazioni desktop. Il progetto, seguito da un pool italiano con base in Pavia  (un po’ di sano orgoglio nazionalistico … finalmente !!!) finanziati dagli USA (sic) si chiama Funambol.

In pratica l’obiettivo del progetto (non me ne vogliano gli sviluppatori se storpio le loro intenzioni) è quello di creare un layer intermedio nel processo di sincronizzazione tra i vari server/client PIM (Personal Information Manager) e la miriade di tipologie di apparati mobili che ormai ci seguono ovunque: tra questi, ovviamente, anche i BlackBerry.

Il funzionamento è molto semplice : un plug-in specifico per Outlook sincronizza i dati con un server Funambol il quale, a sua volta dialoga con un’applicazione installata sul PDA o sullo SmartPhone.
In altre parole : Outlook <==> Funambol Server <==> BlackBerry.

I plug-in per Outlook, il server Funambol (disponibile sia per Windows che per Linux) e l’applicazione da installare sull’unità mobile (BlackBerry) sono open-source and free. Ovviamente non è necessario che vi dotiate anche del server Funambol per testare (o per meglio dire utilizzare appieno) l’applicazione: potete sfruttare il loro servizio gratuito myFunambol.com tramite il quale, con la semplice apertura di un account, potete iniziare a sincronizzare da subito il vostro BlackBerry via etere. Già, perchè non vi serviranno nè cavi nè quel mostro (con tanto di Roxio Media Manager) del BlackBerry Desktop Manager.

Prima di procedere devo premettere che il mio obiettivo era solo quello di sincronizzare Contatti, Agenda, Attività e Note. Per la posta elettronica non necessito di sincronizzazione perchè sul nostro server Scalix abbiamo già impostato le regole di reinoltro della Posta In Arrivo agli indirizzi nome.cognome.blabla@tim.eu.blackberry.com (il nostro operatore è TIM) quindi la posta arriva già in modalità Push sul BB.

Ecco quindi come iniziare a sincronizzare:

  1. Andate sul sito myFunambol.com ed apritevi un account. E’ gratuito.
  2. Dal sito https://www.forge.funambol.org/download/ scaricate Outlook Sync ed installatelo sul Pc dove avete l’ Outlook da sincronizzare con il BB
  3. Durante la configurazione iniziale inserite come Location di sincronizzazione l’URL  http://my.funambol.com/sync ed inserite anche le credenziali di accesso (username e password) che avete fornito all’apertura dell’account al punto 1.
  4. Il software, veramente leggero e fatto bene, riconoscerà automaticamente le cartelle di tipo Contatto, Attività, Note e Calendario ed avvierà la prima sincronizzazione
  5. Tornate ora sul sito myFunambol.com ed accedete con le vostre credenziali. Ecco che già la vostra agenda e i contatti sono qui.
  6. Sempre dal sito cliccate su Profile e quindi su Phone. Scegliete produttore, modello, operatore ed indicate il vostro numero di telefono. Nella casella a discesa immediatamente sotto, scegliete di scaricare il client di Sincronizzazione specifico per il vostro modello. A questo punto appare una pagina che vi informa che dovreste ricevere un SMS contenente il link per scaricare il software. Io il messaggio non l’ho ricevuto ma poco male perchè nella stessa pagina vi viene indicato l’URL da digitare per avviare il download. Con il browser del BB andate all’indirizzo indicato ed il download parte immediatamente. Attenzione ! Assicuratevi di disporre di un piano tariffario che includa l’opzione dati altrimenti vi trovate a pagare una fortuna di collegamenti. Al termine del download il BB deve essere riavviato;
  7. Al riavvio del BB, nel pannello delle applicazioni, vi trovereteuna nuova icona blu: Funambol BlackBerry Sync. Apritela e vi verrà richiesto di indicare il server di collegamento e le credenziali di accesso. Utilizzate le stesse del punto 1. e del punto 3. Potete ora richiedere la sincronizzazione.

Fatto !

Vantaggi rispetto a Desktop Manager ? Oh cielo, che domande :

  1. Evitate di installare quel mattone di Desktop Manager (potrete comunque continuare ad utilizzare BB con la connessione USB in modalità memorizzazione di massa – come una normale chiavetta – per caricare/scaricare immagini, filmati e musica). Il softwarino di Funambol per Outlook è leggerissimo e molto intuitivo.
  2. Per sincronizzare non dovete avere il BB collegato al PC. Tutta la sincronizzazione avviene via etere. Ripeto Attenzione ! Assicuratevi di disporre di un piano tariffario che includa l’opzione dati altrimenti vi trovate a pagare una fortuna di collegamenti.
  3. Se il vostro BB dispone di collegamento Wi-Fi (il Bold 9000 ce l’ha) il client di sincronizzazione sul BB utilizzerà la rete Wi-Fi
  4. Potete schedulare la sincronizzazione ad intervalli regolari: se qualcuno inserisce un appuntamento nel vostro calendario mentre siete fuori ufficio … lo riceverete anche sull’agenda del BB
  5. Funziona con Outlook indipendentemente dal connettore che ci sta dietro. Se Outlook è connesso a Scalix o a Exchange Server a Funambol non importa una pippa. Legge i dati da Outlook non dai file .pst o .psf
  6. Se avete apparati portatili diversi (per esempio un BB e un PDA con WinCE) potete sincronizzare simultanemente i due apparati senza dover configurare collegamenti diversi e attaccare/staccare i cavi
  7. Chi più ne ha … più ne metta.

Insomma … un BRAVI ai Funambol guys e … un’altro passo fuori dal lock-in Microsoft.

Dimenticavo : non sopportate Outlook e volete sincronizzare il BB con Thunderbird + Lightning ? Esiste già il componente sperimentale: https://addons.mozilla.org/it/thunderbird/addons/versions/8616

 


Una efficace protezione adware: gratuita, facile e già a bordo.

Molti utenti Windows si dannano l’anima per cercare di proteggersi dagli attacchi continui che si subiscono navigando in rete. Non solo attacchi malevoli : spesso ci trova letteralmente a combattere con le pagine web alla ricerca di quel pezzetto di informazione tanto agognata e soffocata in mezzo (a volte anche sotto) a banner pubblicitari di ogni tipo, forma e specie. Senza contare i tracking cookies ed i tracking script che riceviamo affinchè i titolari dei siti internet visitati possano approfondire l’analisi statistica delle visite.

Contro questi ultimi in particolare ho veramente il dente avvelenato: se vuoi farti le tue statistiche sugli accessi scaricati il log del webserver e non impormi di scaricare uno script da un sito terzo (vedasi analytics di Google).

Esistono comunque molti prodotti che permettono di “scremare” il download di una pagina web separando il grano dal loglio: il migliore che conosco è AdBlock, componente plug-in per Mozilla Firefox. Ma non è obbligatorio montare uno strumento specifico per proteggersi. Armandosi di un poco di pazienza è possibile sfruttare quello che mette già a disposizione il computer per impostazione predefinita: ovvero la risoluzione dei nomi DNS.

Cosa è ? Semplice. Ogni volta che nel browser digitate un indirizzo del tipo http://www.qualchecosa.com il computer interroga il server DNS configurato nelle proprietà della scheda di rete e chiede a quale indirizzo IP (nella forma xxx.xxx.xxx.xxx) corrisponda il nome host www.qualchecosa.com. Questo processo si chiama risoluzione DNS diretta. Ottenuto l’indirizzo IP, il computer invia una richiesta al computer che corrisponde a quell’indirizzo per ottenere i contenuti che sono abbinati al nome www.qualchecosa.com. Ho semplificato molto ma il succo è questo.

Il processo di risoluzione diretta, però, può essere modificato e, invece di affidarci alla risposta che proviene dal server DNS, possiamo imporre una risposta preconfezionata. Il posto in cui andremo a scrivere queste risposte obbligate è il file hosts: ovvero il file che il computer interroga prima di effettuare un’operazione di risoluzione DNS su un server remoto.

Il file hosts si trova nella cartella %WINDIR%\system32\drivers\etc (dove %WINDIR% è la directory di Windows) ed è un normale file di testo (editabile con notepad o con l’editor che preferite) il cui contenuto predefinito è molto simile (o uguale) al seguente:


# Copyright (c) 1993-2006 Microsoft Corp.
#
# This is a sample HOSTS file used by Microsoft TCP/IP for Windows.
#
# This file contains the mappings of IP addresses to host names. Each
# entry should be kept on an individual line. The IP address should
# be placed in the first column followed by the corresponding host name.
# The IP address and the host name should be separated by at least one
# space.
#
# Additionally, comments (such as these) may be inserted on individual
# lines or following the machine name denoted by a '#' symbol.
#
# For example:
#
# 102.54.94.97 rhino.acme.com # source server
# 38.25.63.10 x.acme.com # x client host
127.0.0.1 localhost
::1 localhost

Analizzando il file iniziamo già a riconoscere alcune voci “familiari” come localhost o 127.0.0.1. In pratica il file riporta, per ogni riga, un’accoppiata di nome host e relativo indirizzo IP abbinato. Succede quindi che se digitiamo nel browser l’indirizzo http://localhost il computer vede che nel file hosts il nome localhost è abbinato all’indirizzo IP 127.0.0.1 e quindi invierà una richiesta a quell’IP che, per convenzione, è l’indirizzo di loopback del computer … ovvero se stesso. Nell’esempio che vi ho riportato vedete che localhost è anche abbinato all’indirizzo IP ::1 che altro non è che l’indirizzo di loopback per gli indirizzi IP espressi nella forma IPv6. 127.0.0.1 è invece nella forma IPv4.

Sicuramente iniziate già ad intuire qualche cosa.

Quando si naviga sulle pagine dei siti internet che ci interessano riceviamo, dal server che abbiamo interrogato, un documento HTML che contiene una serie di informazioni su quali contenuti visualizzare, come ottenerli, come posizionarli ed eventualmente quali azioni eseguire. L’aspetto più importante riguarda il “come ottenere” i contenuti o meglio da dove pescarli. Se vi prendete la briga di analizzare l’HTML di una pagina fitta fitta di advertising (pubblicità) vi accorgerete che sono riportate moltissime origini di dati esterne alla pagina di cui avete fatto esplicita richiesta. Per semplicità potete utilizzare un comodissimo strumento (per Windows) che vi dice, per ogni pagina scaricata, quanti server avete in realtà interrogato e quanta roba, di cui non vi frega assolutamente nulla, avete scaricato. Lo strumento è Fiddler e lo trovate a questo link.

A questo punto il passo successivo è immediato: visto che non mi interessa nulla scaricare gli script di google-analytics oppure di vedere le sponsorizzazioni di google, mi basterà modificare il file hosts in questo modo:


# 102.54.94.97 rhino.acme.com # source server
# 38.25.63.10 x.acme.com # x client host
127.0.0.1 localhost
::1 localhost
127.0.0.1 googleads.g.doubleclick.net # ads di google
127.0.0.1 pagead2.googlesyndication.com # ads di google
127.0.0.1 www.google-analytics.com # tracking script di google analytics

Attenzione ! Le due righe di localhost devono restare le prime due. Tutto quello che scrivete dopo il cancelletto (#) viene considerato come commento.
Salvate il file e riprovate la navigazione sulla stessa pagina. L’apertura della pagina sarà più rapida e non visualizzerete più la fastidiosa pubblicità di google. Il motivo è semplice: il computer richiederà a se stesso (127.0.0.1) i contenuti che dovrebbero essere erogati dal sito, per esempio, pagead2.googlesyndication.com ma ovviamente non dispone dei file richiesti e non ritorna nulla.

Attenzione ! Se utilizzate Windows Vista dovete avere i permessi di amministratore per applicare modifiche al file hosts.

Con il tempo aggiungerete sempre più nomi di host dei cui “servizi” o contenuti non vi interessa nulla.

Con questa tecnica non solo aumentate la velocità di navigazione sul web (dal momento che non scaricherete più ciò che non vi interessa) ma potrete anche aumentare la sicurezza della navigazione: presso il questo sito ( http://www.mvps.org/winhelp2002/hosts.htm ) potete trovare un corposo file hosts (da applicare sul vostro pc) che contiene già i nomi di host più fastidiosi o che sono noti per cercare di “iniettare” nel vostro computer contenuti non desiderati.

Happy surfing.

  • Commenti disabilitati su Una efficace protezione adware: gratuita, facile e già a bordo.
 



 
Loading


Categorie