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Disorganizzata cronologia di esperienze IT (e non …)
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Tagliare i costi della politica ?

E’ imbarazzante l’ingenuità unita all’arroganza con cui vari politici, interpellati sul tema della necessità di una riduzione dei costi anche delle strutture istituzionali (indennità parlamentari in primis), rispondono a difesa di diritti acquisiti cercando di propinarci improbabili motivazioni legate alla difesa della democrazia.

Va subito detto che un qualsiasi intervento, anche severissimo, dovesse venire attuato sui costi dei nostri parlamentari e dell’intero apparato politico / amministrativo sul territorio, non potrebbe risolvere in alcun modo, da solo, i gravissimi problemi di bilancio che attanagliano il nostro paese. Ciò non toglie il fatto che, in un momento in cui a tutti i cittadini, con alterne equità, viene chiesto di contribuire con pesanti sacrifici al risanamento dei conti dello stato, la resistenza, aggrappata alle forme, a questi stessi sacrifici da parte di coloro che, gli piaccia o no, hanno pesantemente contribuito al divenire di questa situazione di dissesto, suona come un ulteriore schiaffo in faccia al popolo italiano.

Il Marchese del Grillo esclamava : “Io so’ io … e voi non siete un cazzo.” La stessa cosa che parlamentari protervi ci gettano in faccia quotidianamente. Gli stessi che, da decenni, tramano e intrigano con il solo scopo di mantenere il culo al caldo su uno scranno vellutato nei palazzi romani, che con scioltezza giocano nell’ambito di regolamenti d’aula complicatissimi e assurdi, gli stessi che saltano da uno schieramento all’altro di questo bipolarismo inesistente fatto solo di insulti, delegittimazione dell’avversario e tanta, tanta ignoranza. Gli stessi che, superstiti dal naufragio della c.d. Prima Repubblica, mantengono vizi e viziati al loro posto: come 25 anni fa il denaro e il malaffare gira con allegria all’interno dei palazzi. Gli stessi che si ergono a difensori dei diritti dei cittadini e che allo stesso tempo di quei diritti non sanno niente: non conoscono la Consob, non sanno cosa sia l’Abi, cosa l’Eba, disastrosamente ignoranti, non conoscono il costo di un litro di benzina o di un litro di latte e hanno pure la faccia tosta di dichiarare che fanno una vita da cani.

Questi sublimi esempi di pessima levatura, privi di qualsiasi senso comune, abituati ad un limbo nel quale il rispetto gli è dovuto per legge, definiti “onorevoli” ma molto meno “onorabili” e “onorati” di un buon padre di famiglia che con un modesto stipendio riesce a far quadrare i conti di un nucleo di 4 o più persone.  Costoro, dicevo, hanno l’ardire di dichiarare che un taglio delle loro indennità potrebbe mettere in crisi un sistema democratico, perchè in tal modo solo i ricchi potrebbero permettersi di fare politica.

Ma cari onorevoli dei miei stivali, voi non capite che il problema legato ai tagli dei costi della politica, non risiede nei costi: risiede nella politica, in questa politica e quindi in voi. Sarei il primo promotore di un raddoppio delle vostre indennità, sosterrei con passione la difesa del calcolo attuale delle vostre pensioni, amplierei, se possibile la base dei vostri privilegi … se solo avessi di fronte persone che davvero sono al servizio dello Stato, se solo venisse dimostrato che il primo principio che vi ispira è il bene comune e non il vostro particolare, se solo dimostraste di conoscere le cose di cui parlate (spesso a sproposito), se solo non foste così culturalmente sviliti e lontani da quei principi di nobiltà d’animo e d’intelletto tante volte richiamati nelle figure dei padri fondatori del nostro ordinamento. Se solo aveste la forza ed il coraggio di decidere, senza rinviare sempre alla ricerca di equilibri utopici, o con il solo scopo di mantenere lo stato di fatto. Servono le riforme ? Fatele ! E invece no … l’accidia e l’incapacità di intravvedere ad un metro dal vostro naso, ci ha portato in questa situazione: uno governo politico (poco importa di quale colore) che abdica a favore di un governo tecnico dal quale ci si aspetta che vengano cavate le castagne dal fuoco. Ma ecco che, d’incanto, appena le responsabilità non sono più della politica, ma dei tecnici – come se questo governo fosse cosa avulsa da qualsivoglia fiducia parlamentare – vi fate promotori dei distinguo, dell’equità e soprattutto, cosa aberrante, della vostra autonomia e indipendenza.

Ripeto: il problema non sono i costi, che restano nell’ordine di frazioni infinitesimali del dissesto statale, il problema siete voi. Voi che cercate di diramare i tentacoli del potere in mille gradi di autorità locali, che intravvedete nella cancellazione delle province la perdita dell’esercizio democratico e rappresentativo, voi che vi riempite da anni la bocca con “la lotta all’evasione fiscale” ma non avete mai voluto/saputo fare nulla al riguardo, voi che ora, per legge, definite tutti i cittadini evasori fiscali azzerando ogni più banale diritto alla riservatezza perfino sul proprio conto corrente (fate gli incroci invece con informazioni che avete già da anni, tipo le bollette dell’Enel, il PRA, il catasto ecc. per scovare chi sostiene tenori di vita incompatibili con il reddito dichiarato).

Verrò tacciato di facile populsimo e di fare un unico fascio di tutte le erbe. Ma se posso riconoscere che generalizzare è sempre sbagliato, per contro non posso chiudere gli occhi di fronte alla percezione della “casta” che avete saputo pazientemente creare in decadi di inutili perdite di tempo e di denaro.

Casta che ora, prima ancora dei cittadini a cui si rivolge, deve imparare a fare di più con meno, molto meno. Perchè solo così facendo potrete godere di quel minimo di credito necessario per poter chiedere a questo paese di rimboccarsi le maniche. Allora, solo allora, sarete “pari” a noi e, pertanto, onorevoli.

 

 

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Installare Magento conviene ?

Sicuramente Magento è uno dei nomi più in voga tra coloro che si occupano di e-commerce. Personalmente lo ritengo ampiamente sopravvalutato e, soprattutto, mal compreso dalla maggior parte degli utilizzatori. In generale mi sento di scoraggiarne in tutti i modi l’utilizzo per pochi semplici motivi.

Non è una soluzione applicativa ready out of the box

Chi pensa di poter avviare un negozio elettronico basandosi su magento in pochi giorni … si sbaglia di grosso. Magento è una brutta bestia da comprendere e sicuramente concetti come multisito e multistore (presenti di base anche nella versione community) non vi aiuteranno ad avere una chiara visione da subito di quello che state facendo. Dovrete poi darvi da fare nel costruire corretti modelli di prodotto codificando tutte le proprietà per le quali saranno possibili ricerche o confronti ed avrete un bel daffare nel gestire correttamente le varianti di prezzo. Il popolamento del parco prodotti è snervante (anche se del resto lo è su qualsiasi software analogo), e, per esempio, impazzirete nello scoprire che nelle schede clienti non è possibile – salvo installazione di estensioni – gestire codice fiscale e partita iva degli acquirenti. L’assenza inoltre di una corretta e soprattutto completa traduzione italiana (sia del front-end che dell’area amministrativa) non vi aiuterà di certo.

L’hosting di Magento non lo regalano certo

Se pensate di installare Magento appoggiandovi ad un servizio di hosting linux a basso costo, magari condiviso … cambiate strada immediatamente. Magento è famelico di risorse: non tanto per il database (mysql) quanto per la pesante architettura di progetto. Numerosi sono gli accorgimenti per poterlo velocizzare ma sempre avrete bisogno almeno di un server dedicato con basse latenze IO sui dischi ed un buon processore multicore.

La documentazione è veramente scarsa

Se avete qualche problema o non capite come risolvere un caso particolare preparatevi a passare parecchio tempo sui forum degli utilizzatori di magento (prevalentemente in lingua inglese) perchè di documentazione completa nemmeno l’ombra. In alternativa potete rivolgervi a  professionisti ma vi devo avvertire … i risultati non sono garantiti a meno di cospicui esborsi di denaro e, soprattutto, di contratti di ferro !!!! E non sperate di avere supporto dai produttori … quelli rispondono solo a pagamento.

Integrazione, estensione e personalizzazione non vanno d’accordo con la manutenzione e gli aggiornamenti.

E’ quasi impossibile personalizzare il vostro shop e pensare che dopo un aggiornamento del core funzioni ancora tutto: nella stragrande maggioranza dei casi dovrete rimettere mano al codice (se siete capaci) o farvelo rimettere a posto da qualcuno che sa il fatto suo. La separazione a tre livelli dell’architettura non è quasi mai mantenuta e se dovete fare cose particolari (come ad esempio la modifica del checkout, oppure saltare la fase di fatturazione degli ordini) preparatevi a numerosi mal di testa: potreste trovarvi inspiegabilmente con testate di ordini legate alle righe di altri ordini magari dopo averne modificato un terzo.

Skin e Temi non sono facili da aggiustare

Non è raro il caso di installazione di temi per magento che, come per magia, non fanno più funzionare l’intera applicazione. Se state pensando che cambiare o installare una nuova skin comporti le stesse difficoltà di installazione di un tema di WordPress … avete capito molto male.

La parte CMS è veramente povera

Inserire nuove pagine, nuovi contenuti, distinte da quelle specifiche per i prodotti è abbastanza complicato: trascurando la parte di digitazione del testo, si hanno poi problemi con la generazione degli url canonici, con la gestione dei layout, con le ricerche dentro al testo ecc.

 

In conclusione Magento è davvero un macigno: sicuramente necessario per progetti di notevoli dimensioni (migliaia di prodotti, multibrand, sistemi di fidelizzazione, campagne promozionali, prodotti configurabili, integrazioni con gli strumenti di marketing di Google ecc.) ma totalmente inappropriato per ambiti più ristretti. Chi non ha risorse per un ambiente di staging gemello, per consulenze qualificate e soprattutto ha esigenze di flessibilità e velocità, dovrà necessariamente scegliere qualcosa di diverso. E anche nel caso in cui foste in grado di fare tutto da soli … probabilmente avete le competenze per scrivervi da soli il codice per un e-shop snello veloce e con solo le funzionalità che davvero vi servono.

 


Facebook è cambiato : ma tu sei sempre un pistola …

Ci risiamo, sento il sangue che ribolle nelle vene, un istinto omicida mi cinge le tempie … inizio a sragionare e ad inveire. Ma perchè diamine la gente è così dannatamente fessa ? Ci vuole davvero così poco per farli cadere nell’ennesima catena bufala ?

Di che parlo ? Ecco qua l’ennesimo messaggio girato e ripostato e rilinkato ad-cazzum che mi sono trovato nel feed della mia bacheca:

FB è cambiato! Tutti i commenti, “Mi piace”, ecc. ora sono disponibili su Google (cioè li leggono cani e porci)

Sarà la cinquantesima volta che lo vedo, nonostante ogni volta io cerchi, con le buone, di far capire all’eccitato editore (che crede di aver scoperto un segreto che pochi sanno e con salvifico spirito altruista si mette al servizio della comunità) che si tratta di enormi prese per i fondelli aventi per unico scopo la misurazione del grado di alloccaggine che caratterizza il popolo del web. Già altri prima di me si sono occupati della questione legata a questa bufala ed è bene integrare le loro correttissime osservazioni con un fatto nuovo: da qualche giorno Google è in grado di indicizzare anche i commenti che emergono da quei siti che utilizzano la piattaforma Facebook Comments.

Tuttavia non voglio analizzare il problema tecnico o il fatto che effettivamente nei risultati organici di Google possano apparire messaggi e commenti che si pensava restassero “riservati” quanto piuttosto concentrarmi su aspetti più gravi legati alla totale assenza di ragionamento dimostrata dagli incauti sostenitori di questa catena:

  1. Il fatto che i commenti che pubblichi su Facebook (dove mediamente li vede il mondo intero) finiscano su Google davvero ti disturba a questo punto ? Proprio te che posti allegramente gli orari in cui ti troverai al bar tal-dei-tali, che orgogliosamente mostri le foto dei tuoi bambini ( ignorando magari il fatto che qualche pedofilo si diletta in pratiche onanistiche mentre le consulta ) ,  che ti fai taggare nelle foto di tutti ecc…. diventi improvvisamente un attento e scrupoloso custode di una privacy cui hai abdicato semplicemente sottoscrivendo le regole di accettazione del contratto Facebook.
  2. E se davvero hai ristretto il circuito dei tuoi post e dei tuoi like al ristretto ambito delle amicizie più vicine (escludendo quindi il resto del pubblico) cosa pensi che succederà dopo che avrai seguito le istruzioni indicate nel messaggio ? Semplicemente che TU (non certo Google) smetterai di ricevere parte degli aggiornamenti di quella persona. Hai capito ? TU non Google !!!
  3. Ed infine … mi spieghi cosa ti spinge, in modo così compulsivo, ad inoltrare da bravo soldatino, ogni puttanata che abbia un minimo sentore di complotto senza prima informarti adeguatamente ?

Sono queste le domande che mi fanno impazzire : perchè, caro navigatore utonto, spero di non offenderti troppo ma … sei un pistola ! Fagociti passivamente come un animale da allevamento tutto il cibo di pessima qualità che ti viene propinato perchè non ti poni nemmeno il problema che ci possa essere qualcosa di diverso, non ti fermi mai ad analizzare cosa stai mangiando e se effettivamente ti fa bene o no. E’ lì … è l’unica realtà che ti si para davanti e la ingoi. Se poi qualcuno è bravo a farcirla con qualche lezioso orpello (tipo far credere che sia una cosa che sanno pochi eletti, che sia una cosa quasi da censura che non si deve sapere, che sia qualcosa che nasconde segreti inenarrabili o che violi i tuoi diritti civili) … tu ingoi e ricachi le stesse scemenze inoltrandole a tutti, addirittura, spesso, pensando di aver adempiuto ad un nobile compito: quello di salvare gli altri. Ed è così per la catene bufale come queste, per il tuo nullo senso di servizio che si ferma alla mera adesione (per inoltro) a qualche iniziativa digitale (fatelo girare … è il motto … ma poi si ferma tutto li), per la tua totale ignoranza sull’utilizzo di strumenti come Facebook (a proposito del quale credi di aver diritti … ma quali diritti ? non hai pagato una lira per un servizio basato sul nulla e pensi anche di avere dei diritti ? ma per piacere dai … ). E quel che è peggio … reiteri ! Ci riprovi ogni volta con ogni possibile catena … “forse non serve a niente, ma provare non costa nulla” è il tuo tentativo di smarcarti dalla responsabilità di apparire un perfetto idiota ! Tu e tutta quella massa di pecore che subito sotto, gaudenti, si agitano gridando “L’ho fattoooooo … l’ho fattooooo”.

Qui non si tratta di essere degli esperti maghi del computer, si tratta di accendere il cervello come sarebbe d’obbligo in qualsiasi altra situazione di vita reale. Eppure, per motivi che mi sfuggono, qui il cervello spesso lo spegni, come se rubasse energia preziosa al pc o al tablet che ti sta di fronte.

Caro utonto pistola … vivrai per sempre nel paradosso di odiare lo SPAM e di esserne contemporaneamente la principale causa, di temere i virus per computer e di esserne il principale veicolo di diffusione, di cercare di migliorare le tue comunicazioni e le tue interazioni sociali essendo però attratto solo dal futile e dal superficiale, di pretendere rispetto per la tua privacy quando sei tu stesso a mettere in piazza il tuo privato. Tu credi di avere il controllo … ma non è così … per il social networking sei un animale da ingrasso, una unità in più verso la c.d. “massa critica”, un’altro account con cui il proprietario della tecnologia che usi … gioca e guadagna. Punto !

 

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