Una delle lamentele più frequenti che raccolgo tra gli utenti di Windows 7 è la notevole lentezza del processo di copia file via rete. Esistono degli accorgimenti per ovviare al problema ma nessuno di questi vi darà la velocità che potete ottenere utilizzando lo strumento da riga di comando Robocopy.
Tuttavia anche Robocopy può essere ottimizzato. Durante le lunghe procedure di sincronizzazione/copia di migliaia di file, l’elaborazione dello scorrrimento nella finestra della console può risultare particolarmente gravoso, specialmente quando (come faccio io) la console è configurata per l’utilizzo di caratteri TrueType e visualizza molte righe e colonne. Quindi come si ottimizza ? Semplice … durante l’operazione di copia/sincronizzazione minimizzate nella traybar la finestra della console.
Non ci credete ? Fate questa prova: aprite una console di comando e configuratela per la visualizzazione diciamo di 110 colonne per 60 righe con carattere Consolas 12; successivamente, da questo prompt, lanciate la sincronizzazione di una directory con moltissimi file verso un’unità di rete condivisa … e guardate le voci che scorrono memorizzandone la velocità. Ora provate, mentre Robocopy sta ancora lavorando, ad aprire una finestra di un’altra applicazione (che so … Notepad) e dimensionarla in modo che nasconda quasi tutta la finestra della console tranne le prime 5 righe … visto come cambia la velocità ? Meno redraw deve fare la scheda video … più veloce si va.
Sono diventato matto per quasi 5 ore alla ricerca del motivo per il quale non riuscivo ad installare VMware Converter Agent su un vecchio server Windows 2000. La risposta, dopo tanto penare, è questa : bisogna installare VMware Converter 4.0.1. Tutte le altre versioni più recenti (4.3, 5.0) quando tentano di installare l’agente di conversione sulla macchina origine riportano l’errore 1603.
Certo che alla RIM non possono proprio prendersi un momento di pausa. A soli due giorni dalla presentazione ufficiale del nuovo sistema operativo per i loro smartphone che dovrà spazzare via il vecchio BOS, già c’è chi prende carta e penna pretendendo di far valere il proprio brevetto. Per cosa ? Per il marchio BBX, appunto, che sembra essere stato depositato nel 2006 da una, non troppo famosa, BASIS International’s (software house con sede in New Mexico – USA), per identificare programmi “per computer e documentazione associata, con l’obiettivo di fornire strumenti e linguaggi di programmazione che cosentano agli sviluppatori software di preparare e creare applicazioni”. Che dire … BBX potrebbe essere qualsiasi cosa: un SDK, un FrameWork, un IDE, come pure un sistema operativo (se no su che cosa e per cosa svilupperebbero ‘sti sviluppatori ?).
Ma tant’è … c’è da scommettere che la BASIS proverà fino all’ultimo a cavare qualche soldino dalla RIM e la faccia del povero Mike Lazaridis avrà un’altra piccola ruga. Speriamo almeno che il povero Mike si tiri su il morale con il risultato di questo sondaggio di affezionati utenti.