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Disorganizzata cronologia di esperienze IT (e non …)
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Google Chrome : davvero serviva un altro browser ?

Sono passati solo un paio di giorni dal lancio della beta del nuovo browser di bigG che già partono le solite guerre di religione a favore di questo o quel browser ma, soprattutto, contro il grande inquisito IE, o meglio, il suo produttore. Personalmente non sono minimamente interessato a queste guerre che, per lo più, si basano su principi idealistici e molto spesso lontani dal senso della comune pratica.

Quello che mi incuriosisce, invece, è la ricerca del perchè un’altro colosso del Web abbia profuso impegno e, immagino, una considerevole somma di denaro al solo scopo di offrire, ancora una volta gratuitamente (si fa per dire – e vediamo poi il perchè), l’ennesimo browser. Certo … leggendo la documentazione tecnica (che non ho gran che approfondito per la verità) emergerebbero nobili ed encomiabili soluzioni (minimalista, veloce, nuovo processore Java ecc) ma tutto questo non riesce a togliermi dalla testa che, come dice un famoso spot … “c’è sempre qualcosa dietro”.

E’ abbastanza facile ed intuitivo rivolgere immediatamente la propria attenzione alle policy, piuttosto aggressive, di profilazione degli utenti da parte di Google che già legge la vostra posta con GMail, conosce il traffico dei vostri siti con Analytics, sa benissimo in che modo e quanto siano appetibili i contenuti (o i prodotti o i servizi) che vengono offerti dal vostro sito essendo il motore di ricerca più usato al mondo ed in funzione di questo conosce anche quali siano i trend di ricerca ecc. ecc. Ed è altrettanto facile comprendere come tutto questo sia indirizzato ad una migliore canalizzazione degli advert che attraverso AdSense e AdWords costituiscono probabilmente la maggiore voce di entrata dell’azienda fondata da Brin e Page.

Tutto questo fa parte sicuramente di un modello di business molto innovativo e, nei fatti, molto efficace. Ma non basta … non mi basta. Ci deve essere qualcosa d’altro che spinge Google a fare tanti sforzi. Ed allora non riesco a fare a meno di pensare come il grande avversario di Microsoft stia cercando di usare le stesse armi del concorrente: probabilmente le usa in modo diverso (mica tanto) ma lo scopo è lo stesso. Fidelizzazione … fidelizzazione a tutti i costi per essere pronti un giorno a cambiare le regole del gioco a proprio piacimento.

Così come Microsoft ha lasciato che la dilagante pirateria software creasse negli anni 80 e 90 una base di installato a dir poco impressionante, oggi Google attira le proprie cavie con il miele della gratuità, dell’apparente rispetto delle regole democratiche ed intanto accumula un potere smisurato. Basti pensare che oggi con il solo motore di ricerca Google è in grado di determinare le fortune o sfortune di una iniziativa web. E se domani cambiassero tutto ? Se da domani gli algoritmi di page rank e trust rank venissero soppiantati da qualcosa d’altro che imponesse una rivisitazione completa dei siti internet, delle politiche di affiliazione e di referring ? Se davvero questo succedesse i danni per alcuni e, magari, i vantaggi per altri sarebbero incalcolabili.

Ma torniamo al nuovo browser … perchè Google ha voluto scendere in campo di persona anzichè assecondare iniziative alternative a IE (vedasi Mozilla) già presenti e che comunque costituiscono un parco scelta piuttosto affollato ? Perchè era così sentita questa necessità ? Quali segnali dava il mercato dei browser ? Davvero le opzioni sul campo non erano sufficienti a soddisfare una domanda articolata ? Quale appeal extra può offrire Chrome rispetto a (solo per citarne alcuni) Firefox oppure Opera ?

Non sono convinto tuttavia che le risposte vadano cercate con queste domande. Se tutto si potesse semplicemente risolvere nel lancio dell’ultimate browser perchè non inserire (ad esempio) il nuovo processore Java dentro Firefox ? Invece … come da tradizione … bigG ha fatto le cose in casa, senza coinvolgere nessuno di esterno, senza tanti rumori e con una strategia, credo, ben precisa. Per me c’è di più. Probabilmente sono solo pensieri campati per aria ma secondo me Chrome è un test. Un test di lancio per qualcosa che allo stato attuale non è dato conoscere ma che, forse, in un futuro, si concretizzera in contenuti o servizi fruibili solo con quel browser, con la loro piattaforma applicativa.

Ed allora il controllo sarà completo, il grande rivale sarà sconfitto ma i veri sconfitti resteremo noi che ci troveremo a non poter più scegliere … un’altra volta.

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Bastaaaa … dal pc al web è tutto un cesso !

Ecco, questo è il pensiero, il solo pensiero, che, da qualche giorno, mi occupa il cervello non appena accendo il pc. Forse il mio nervosismo è anche dovuto ad un drastico calo della mia capacità creativa, leggasi totale assenza di idee.

Ma quello che mi disturba, profondamente, è che sempre meno sono disposto a sopportare quello che passa attraverso lo schermo. Sono lontani i tempi in cui eri tu a cercare le informazioni: oggi lo schermo le informazioni te le impone, te le butta in faccia a forza, ma sono quelle  che non vuoi, che non cerchi e quasi sempre di cui non ti frega assolutamente nulla.

A partire da questo mio, sciagurato, Windows Vista che continua a rompermi le balle con baloon-tip di varia natura, l’antivirus che mi avvisa degli aggiornamenti, delle scansioni, di qualcosa-da-autorizzare-nel-registro-di-sistema (Defender), questi schifosissimi driver della Hp per una stampante che uso pochissimo e che ogni 3 per due mi dice che l’inchiostro è basso (LO SOOO ME LO HAI GIA’ DETTO) …… non ne posso più !

E appena vai sul Web ? … Il peggio del peggio avanza. Siti mirabolanti pieni di clicca-qua-clicca-qua coloratissimi e animati (e pesantissimi) che non fanno altro che distogliere l’attenzione da quei contenuti che cerchi e che webmaster sempre più maliziosi rendono sempre più piccoli e più simili agli advert di Google. Tutto è mercificato, alla ricerca spasmodica di visitatori, di modi per fare clic e per vendere-vendere-vendere.

E più cerco di difendermi, di proteggere i miei occhi e la mia attenzione, più devo installare roba, scegliere oculatamente il browser e riempirlo di add-on per bloccare questo e quello, spippolare nelle configurazioni di ogni software per evitare che vada a cercarsi gli aggiornamenti ad ogni avvio solo per dirmi “Hey c’è la nuova versione … scaricala” (e intanto per scaricare finisci su una bella pagina zeppa di pubblicità e di mille ammenicoli.

E più installi, più aggiorni … più il computer macina e macina, quel povero hard disk non sta mai fermo, le directory diventano migliaia, molte incomprensibili, i punti di ripristino continuano ad aumentare e il disco si riempie e il servizio di indicizzazione rallenta sempre di più e la memoria non basta mai e … mentre lo spam, inesorabile, continua ad intasarti la casella di centinaia di messaggi al minuto.

Quello che un tempo era l’IT al servizio dell’utente è oggi diventato un pasticcio autoreferenziale : software che ti permette di far funzionare altro software che serve per proteggere da altro software (malevolo) generato dalla necessità di sfruttare al massimo i contatti raggiungibili tramite la rete. Nemmeno i virus sono più quelli di una volta: oggi manco te ne accorgi che il tuo pc è diventato un bot spara-spam e meno te ne accorgi più di lunga durata è l’effetto benefico nelle tasche del maramaldo che l’ha scritto o che lo sfrutta.

Così come nella vita dove conta sempre più l’apparenza a discapito della sostanza così anche nella comunicazione elettronica ormai conta di più il vestito dei contenuti: tutto a patto che si facciano numeri importanti. E così un certo sistema operativo si riempie di eye-candies che non servono a una cippa e nel mondo open i vari desktop manager si rincorrono per emularlo e superarlo. Alla fine ti trovi con un pc che prima ancora di aver iniziato a fare qualcosa per te già si è fottuto 10Gb di disco e 500Mb di ram mentre il 95% della banda che usi nelle tue comunicazioni internet viene sprecata per icone, gif, banner flash e minchiate del genere.

Mi manca tanto il sistema 36.

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I parametri di Output di MySql ed il connettore .NET

Sono diventato matto per un paio di giorni alla ricerca del perchè, senza apparente motivo, utilizzando il connettore .NET di MySql, per certe Stored Procedures non riuscivo ad ottenere il valore dei parametri di Output. In realtà il motivo c’era ed era documentato qui.

In pratica succede che se il comando viene eseguito per restituire un reader la collezione dei parametri associati al comando non viene sincronizzata.

Per esempio

Dim myCmd as New MySqlCommand("nome_procedura", Connection)
myCmd.CommandType = CommandType.StoredProcedure
Dim myOutParam as New MySqlParameter("nomeparametro", MySqlDbType.Int32)
myOutParam.Direction = ParameterDirection.Output
myCmd.Parameters.Add(myOutParam)
Dim myReader as MySqlDataReader = myCmd.ExecuteReader()

If Not myCmd.Parameters(myOutParam).Value Is Nothing Then
' Qui i parametri di output non hanno ancora il valore di ritorno
...
...
End If

myReader.Close

If Not myCmd.Parameters(myOutParam).Value Is Nothing Then
' Qui i parametri di output hanno il valore di ritorno
...
...
End If

Se invece il comando viene eseguito con il metodo ExecuteNonQuery … non ci sono problemi.

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